L’arte dell’impiattamento nella cucina Kaiseki
In Giappone, la cucina Kaiseki viene concepita come una vera e propria cerimonia culinaria che richiede maestria ed è rinomata per la sua precisione nell’assemblare gli elementi sul piatto. Infatti, oltre alla ricerca di armonia tra sapori, consistenze e temperature, la cucina Kaiseki si distingue per la cura meticolosa nella disposizione degli ingredienti e dei colori. Questa cura va ben oltre la semplice presentazione del cibo: si tratta di una manifestazione di creatività, precisione e rispetto per la tradizione.
L’armonia cromatica nella cucina Kaiseki
Gli Chef che praticano questa forma d’arte selezionano con cura ogni elemento, dalle stoviglie agli utensili, per garantire un perfetto equilibrio tra i sapori e una disposizione esteticamente appagante. Il Moritsuke, un insieme di regole basate sull’equilibrio e sul contrasto, guida la disposizione dei cibi nei piatti, trasformando ogni pasto in un’esperienza sensoriale. Ed ecco quindi che oltre ai cinque sapori (salato, acido, amaro, speziato e dolce) e ai cinque metodi di preparazione (taglio, sobollitura, cottura a vapore, frittura e griglia), è di pari rilevanza la presenza di tutti e cinque i colori nei piatti: blu-verde, giallo, rosso, bianco e nero-viola, nella loro variazione stagionale.
I sette stili di impiattamento
All’interno della cucina Kaiseki, esistono sette tipi di impiattamento per le pietanze, ognuno con la sua caratteristica unica.
Sugimori: la disposizione è verticale, in una forma conica che ricorda un albero di cedro (sugi);
Hiramori: la disposizione dei cibi è su un piano orizzontale, gli alimenti di dimensioni e colori simili sono disposti insieme, in direzione obliqua.
Yamamori: la disposizione degli alimenti è “a cumulo”, simile ad una montagna;
Nagashi-mori: la disposizione è a montagna in un recipiente o piatto fondo;
Yosemori: comprende due o tre ingredienti contrastanti raccolti al centro;
Chirashimori: la disposizione è “sparsa”, considerata la più difficile poiché basata sull’abilità del cuoco nel bilanciare disposizioni apparentemente casuali;
Sugata-mori: la disposizione è “figurativa”, in cui l’ingrediente (ad esempio, un pesce) viene collocato nella forma dell’entità originale.
Questi impiattamenti non solo esaltano i sapori dei piatti, ma trasformano anche il pasto in un’opera d’arte visiva.
L’impiattamento da Kohaku: un’elevata espressione artistica
Il nostro ristorante porta avanti l’arte dell’impiattamento nella cucina Kaiseki con passione e maestria e ogni composizione culinaria viene ospitata in creazioni artigianali esclusive e su misura. Dai piatti ai bicchieri, ogni dettaglio è pensato per esaltare l’esperienza gastronomica e celebrare l’artigianato giapponese. Da Kohaku, il cibo diventa un’esperienza sensoriale completa, in cui la bellezza estetica si fonde armoniosamente con il gusto.